mercoledì 8 aprile 2020

UN PO' DI BOTANICA: IL SALICE

Un pò di bonica. Il salice: l'oro dei cestai.

In lingua celtica il nome Sal-lis significa "vicino all'acqua" a conferma del fatto che i salici crescono bene in luoghi freschi, dal terreno ben intriso di acqua come le rive dei laghi, dei fiumi, o in prossimità di zone paludose. Esistono oltre 300 specie e non tutte sono adatte all'intreccio.

Ma non è solo una pianta per fare cesti e panieri. E' soprattutto un farmaco.

La corteccia dei rami del salice, di 2-3 anni, contiene glicosidi fenolici (salicina, populina, alcol salicilico); aldeidi; acidi aromatici; flavonoidi (isoquercetina); e tannini. La salicina, costituisce il principio attivo più interessante della pianta per le sue proprietà analgesiche, antipiretiche ed antireumatiche.

Per queste azioni il salice è utilizzato come integratore naturale alimentare antinfiammatorio, antinevralgico, antifebbrile, utile in caso di reumatismi; dolori articolari e muscolari, mal di schiena; nevralgie; ottima contro il mal di testa; febbre; malattie da raffreddamento.

Come per la spirea, il fitocomplesso contenuto nella corteccia del salice bianco ha un'azione notevolmente meno irritante per la mucosa gastrica, rispetto a quella dell'acido acetilsalicilico (componente di un noto farmaco); inoltre, l'azione vasoprotettiva dei flavonoidi ne esalta l'azione antinfiammatoria.

Per uso esterno, l'acido salicilico è usato in creme e lozioni, per il trattamento di molte patologie dermatologiche: acne, forfora, psoriasi, dermatiti seborroiche, duroni, calli e verruche comuni, perché svolge un’azione cheratolitica, nelle affezioni in cui lo strato corneo dell’epidermide produce cheratina in eccesso.

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